mercoledì 16 luglio 2014

MONICA

MONICA Amura e cerasi cchiù ndi menti e cchiù ndi trasi. Lo annunciava sin la cabala, l’arrivo della Calabra, mora, piccola e graziosa, profumata e radiosa, come un bocciol di rosa. Benvenuta allora Monica, dalla bella costa Jonica, Quando entri, alla mattina, con la voce adamantina, risvegli noi assonnati, che da poco siam destati. Sembri un refolo di vento, che riscuote, con portento, si insinua con fermezza, come una forte brezza. Ci solleva il morale, che se no si mette male. Poi vederti sì attraente, con indosso quasi niente, risveglia dal torpore, e riempi occhi e cuore. Con i conti hai da fare, le partite da quadrare, fatturare, registrare, con le leggi il tuo daffare. Benvenuta monellina, sembri a volte una gattina, tra Pavia, la Faro e Buccinasco, fai le fusa..ma non ci casco. Perché, infine, a ben guardare, ho dovuto ben studiare, a vederti in controluce, Salti, qua e là come ‘na Pulce !

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