UNA STORIA DI NATALE
Cari bambini, quella che mi accingo a narrarvi non è propriamente una fiaba, anche se lo sembra, ma una storia vera. Il caso ha voluto che la parte principale di questa storia si sia svolta a Natale dello scorso anno ma tutto quello che leggerete è vero quanto è vero che esiste Babbo Natale.
C’era una volta una bella bambina dai capelli biondi ma così biondi che un campo di grano in luglio impallidisce al confronto, di nome Bianca.
All’epoca della nostra storia aveva 7 anni, ubbidiente, brava a scuola, amante degli animali, della natura e dei cavalli in particolare. Insomma, come si dice, una brava bambina, gioia del suo papà e della sua mamma.
Come tutti i bambini aveva quattro nonni, un nonno e una nonna da parte della mamma Caterina ed un nonno e una nonna da parte del papà Andrea. Nonna Mimma, la mamma di suo papà, era la preferita perché, da quando Bianca era nata, era quest’ultima che la faceva divertire di più, la portava al mare con sé, la riempiva di attenzioni, giocava insieme a lei con il nonno Fuffo.
Poi, da quando Bianca aveva iniziato ad andare a scuola, nonna Mimma tutti i giorni l’andava a prendere e la portava a casa sua dove passava il pomeriggio divertendosi moltissimo.
Nonna Mimma era una nonna speciale perché, pur se nonna, sembrava un’altra bambina quando era con Bianca, si divertiva anche lei ed insieme scoprivano sempre dei nuovi giochi e facevano lunghe passeggiate nel parco dove Bianca poteva incontrare gli animali che amava tanto.
E poi era da nonna Mimma che Bianca trascorreva il giorno di Natale., Ogni anno, era una festa magnifica, con tante cose buone da mangiare, tutti gli zii e amici che facevano festa e tantissimi regali per tutti.
Tra questi zii c’era anche zio Franco che, una volta a Natale,si era messo un cappello da Babbo Natale ed una barba finta per farle una sorpresa quando lei era arrivata a casa dalla nonna.
Bianca, che non credeva a Babbo Natale, anche perché si vedeva bene che ero zio Franco travestito , per far contenti tutti, finse di meravigliarsi e stette al gioco.
Tutto sembrava andare per il meglio nella vita di Bianca anche se desiderava tantissimo una sorellina o un fratellino con cui poter giocare e crescere insieme.
Gli anni trascorrevano felici e Bianca cresceva senza preoccupazioni circondata dall’amore dei suoi cari. Purtroppo, come talvolta succede, un anno la nonna Mimma si ammalò e Bianca si accorse che un velo di tristezza era sceso negli occhi di nonno Fuffo e dei suoi genitori.La nonna continuava a trascorrere i pomeriggi con Bianca e a fare le solite cose divertenti ma era come se , a volte, fosse assente.
Ogni volta che le chiedeva perché fosse così triste, lei le accarezzava i capelli, le dava un bacio e sorrideva ma si vedeva che era un sorriso forzato.
Provò a chiedere anche al suo papà e alla sua mamma ma nessuno dei due ebbe il coraggio di dirle la verità.
Poi la nonna andò in ospedale perché doveva essere operata e lei non la vide per settimane intere (essendo troppo piccola non poteva andare a trovarla), quando finalmente uscì la trovò molto dimagrita e ancora più triste.
Quell’anno in estate, per la prima volta in 7 anni, Bianca non andò al mare con la nonna Mimma e il nonno Fuffo.
Poi, verso Natale, anche se non ci credeva ,si decise a scrivere a Babbo Natale per la prima volta in vita sua. Solo che non chiese regali per sé o giocattoli come sarebbe stato naturale, ma chiese a Babbo Natale di far guarire la Nonna Mimma a cui voleva tanto tanto bene.
Quando fece leggere la sua letterina al papà e alla mamma questi si commossero e le dissero che anche loro e tutti i loro amici e parenti avevano scritto una lettera simile.
Rovistando nella stanzetta di Bianca non ho trovato copia della sua letterina a Babbo Natale, probabilmente aveva scritto solo quella in bella copia che aveva spedito.e quindi, purtroppo, non riesco a farla leggere anche a voi.
Passarono i giorni, le settimane e finalmente arrivò Natale. Quell’anno, visto che la nonna Mimma non stava bene, la festa era stata spostata a casa della zia Gabry e di zio Franco, lo stesso che si era travestito da Babbo Natale qualche anno prima.
Gli zii abitavano in una piccola casetta in campagna con un grande giardino, Bianca vi andava volentieri perché avevano due cani, un gatto, una tartaruga e tanti uccelli e fiori dappertutto in primavera.
Quella mattina, prima di uscire di casa, si accertò se per caso insieme ai regali che erano sotto l’albero di Natale vi fosse la risposta alla sua lettera ma non trovò nulla.
Mestamente si vestì con gli abiti della festa e insieme a mamma e papà andò a casa degli zii.
La casa era tutta abbellita per il Natale, in giardino c’era una cascata di luci intermittenti che sembrava proprio una cascata d’acqua, dei piccoli Babbi Natale sembrava stessero scalando i pilastri del portico e sotto di questo un enorme albero di Natale pieno di luci colorate e di addobbi faceva sfoggio di sé, ma Bianca non si sentiva felice come gli altri Natali.
Quando entrò in casa però si accorse che c’era qualcosa di strano, zia Gabry, nonna Mimma, nonno Fuffo e zio Angelo la accolsero con baci e abbracci e tutti sorridevano e sembravano felici. Soprattutto nonna Mimma sembrava aver ritrovato il suo solito sorriso radioso. Fece appena in tempo a togliersi il cappotto, la sciarpa e il cappellino che udì uno scampanellio forte e argentino provenire dal sotterraneo della villetta degli zii. A questo scampanellio si aggiunse presto un vocione allegro che la chiamava per nome e diceva “Buon Natale, oh oh oh oh, Buon Natale Bianca vieni c’è una sorpresa per te”.
Accompagnata da tutti, in fila indiana, scese la scala a chiocciola e si trovò nella taverna illuminata dove un grosso Babbo Natale (ma vero con tanto di vestito rosso, barba e capelli bianchi, occhiali d’oro, guance rosse, guanti bianchi e un campanello che sembrava d’oro in mano), la accolse al grido di “ Buon Natale Bianca! Buon Natale”.
Bianca si nascose il viso tra le mani e sorrise per la sorpresa, la stanza era tutta illuminata e in un angolo c’erano tanti pacchi dono colorati. Uno splendido Presepe faceva mostra di sé su un lungo tavolo, pieno di personaggi, luci multicolori e statuine che si muovevano.
Babbo Natale, che però assomigliava un po’ allo zio Franco, la baciò e la prese sulle ginocchia: “Cara Bianca”, disse, “ ho ricevuto la tua letterina e quella di tutti i tuoi cari che mi ha commosso molto. Invece di risponderti ho preferito venire di persona per conoscerti perché una brava bambina come te merita proprio le fatiche di un lungo viaggio.”
“Tieni” e così dicendo le diede una pergamena arrotolata e chiusa da un fiocco rosso, “questo è il regalo che darai alla nonna Mimma da parte mia, è il tuo regalo per lei. Continua a volerle bene e a voler bene a tutti i tuoi cari, mi raccomando” detto questo, Babbo natale sì alzò, salutò ancora tutti con abbracci e baci, augurò di nuovo Buon Natale e uscì per tornare a casa sua al Polo Nord..
Bianca abbracciò la nonna e le consegnò il rotolo di pergamena. “Nonna questo è per te” e la baciò.
Quando zio Franco tornò a casa perché aveva dovuto uscire per delle commissioni, tutti gli dissero della visita di Babbo Natale e gli fecero leggere la pergamena. Erano molto commossi ma felici.
Questa lettera sono riuscito a trovarla, è tutta macchiata dalle lacrime di felicità di Bianca e ho dovuto ricopiarla per voi:
Ravaniemi, 25 dicembre 2007
Cara bambina dai capelli grigi,
è passato tanto tempo ormai da quando ti portai, la notte di Natale, un balocco.
Ricordi, Mimma, che bel fiocco?
Sono passati tanti anni, sei cresciuta, sei diventata sposa, mamma e adesso nonna.
Quest’anno scrivo io ad una delle mie figlie che è diventata grande ormai,
di solito, come sai, non scrivo mai.
Per te sola faccio l’eccezione,
perché ho ricevuto tante letterine che m’hanno mosso a commozione.
Letterine dalle persone a te vicine e care:
Ferruccio, Andrea, Gabriella, Francesco, Angelo, Caterina
E la più bella di tutte: quella di Bianca, la tua dolce nipotina.
Vedi quante persone ti amano, bambina mia?
Ognuna vuole il tuo bene e desidera soltanto per te serenità e gioia.
Non posso purtroppo esaudire subito il desiderio che mi hanno chiesto,
non ho tanto potere, anche se mi batterò perché s’avveri presto.
Solo una cosa posso darti adesso e ad oltranza,
tanta felicità, gioia e speranza.
Ricorda che l’Amore può tutto e che la vita è un dono d’Amore.
A volte siamo costretti a vivere momenti di sconforto, di sofferenza,
ma l’Amore che ci circonda ci può aiutare a sopportare e vincere la tristezza e il dolore.
Dell’Amore non si può restare senza.
Nutriti dell’Amore di chi ti è accanto.
Di chi combatte con te questa battaglia, di chi vorrebbe far di più e gli dispiace tanto.
Di chi, a volte, finge di essere contento e indifferente anche se, nel cuore, è triste e ha il pianto.
Ama bambina mia e fatti amare,
per una volta è Babbo Natale che ti chiede un dono, il dono di un sorriso ai tuoi cari oggi e sempre.
Buona Natale Mimma, Buon Natale!
La giornata trascorse in allegria, Bianca era felice perché Nonna Mimma sembrava tornata quella di sempre, sorrideva, rideva, scherzava, giocava con lei come ormai da tempo non faceva più.
Ma le sorprese non erano finite per Bianca, dopo pranzo, quando tutti si erano accomodati vicino al camino acceso a mangiare il panettone, sua mamma Caterina e suo papà Andrea dissero a tutti che c’era un altro regalo, una sorellina che era in viaggio e che sarebbe arrivata a giugno.
Non vi dico cosa non successe tra quelle mura quel giorno, chi da fuori fosse passato lì vicino avrebbe sentito suoni di voci, di risa, musica, tanta gioia.
Passarono i mesi e giunse giugno, nonna Mimma era guarita da quel brutto male che l’aveva colpita. Che la lettera di Babbo Natale avesse fatto il miracolo??
Bianca accompagnò la mamma in Ospedale per l’arrivo della sorellina Ginevra. Che felicità
Ecco bambini, qui finisce la mia storia di Natale, spero vi sia piaciuta come è piaciuto molto a me raccontarla.
La morale, come ogni fiaba che si rispetti deve avere, qual è??
Non bisogna mai disperarsi ma credere fermamente che a tutto vi sia rimedio.
Credere a Babbo Natale? E perché no se il farlo ci fa rimanere un po’ bambini e felici almeno per un giorno?
Stretta è la foglia, larga è la via, ora dite la vostra che io ho detto la mia.
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